‘Less is More’ è buon design? Il potere dell’equilibrio

22 ott 2023

‘Less is More’ è il famoso mantra del Minimalismo, ma si può considerare veramente attendibile nel Design? Vediamo di spulciare questo slogan senza andare in troppi tecnicismi e come la penso in questo articolo.

‘Il meno è più’, o ancora ‘Il meno è meglio’, si può dire abbia origini da un antico proverbio Greco attribuito a Chilone dal significato di brevità, inteso come il modo di vivere e pensare spartano. Il motto divenne celebre nel mondo del design e in generale nel popolare, quando venne utilizzato da Ludwig Mies van der Rohe, architetto razionalista e uno dei padri del modernismo insieme a Le Corbusier, fino a diventare una sorta di cliché che sentiamo ormai dappertutto.

La domanda che in molti hanno cercato di rispondere è: Il meno è veramente meglio del più? In un articolo dei TheMinimalists hanno tentato di dare una risposta introducendo il concetto di anchor (ancora, inteso come punto di riferimento). Una persona ben adattata e apparentemente di successo viene definita ‘ancorata’, ma in realtà essere ancorati è un qualcosa che ti tiene fisso in un punto senza nessuna libertà di movimento. Rimuovere le ancore negative dalla tua vita, insomma concentrarsi sull’essenziale, ti permette di raggiungere la soddisfazione e vivere alla grande: per cui ‘More is Less’.

Ma cosa significa nel Design? Spesso viene inteso come un modo per semplificare un progetto. Ridurre all’osso, alla sua funzionalità essenziale. È sempre corretto? A mio parere, no. Nel libro Le leggi della semplicità, libro che consiglio ad ogni designer o a qualsiasi persona che voglia semplificare la propria vita, John Maeda descrive come prima legge la ‘Riduzione’.

“Il modo più semplice per conseguire la semplicità è attraverso una riduzione ragionata.”

Affrontando una sfida complessa, il primo passo consiste nel decomporla seguendo l’approccio denominato SHE da Maeda:

Shrink (Riduci): Sottoponila a una fase di riduzione, definisci cosa è importante.
Hide (Occulta): Nascondi ciò che può essere nascosto, lascia andare.
Embody (Incorpora): Fai diventare parte integrante, unisci.

In sostanza, semplifica al massimo tutto ciò che puoi e nascondi quanto non è essenziale, senza sacrificare funzionalità e valore, in pratica ‘Unisci e Semplifica’. Questo è la spiegazione più razionale che sono riuscito a trovare che meglio potrebbe avvicinarsi al concetto di ‘Less is More’. Ma quanto ridurre? È sempre necessario ridurre in primo luogo? Dipende ovviamente dal progetto.

Entriamo più nello specifico esplorando il concetto in termini di progettazione di un prodotto. NNGroup sottolinea che aggiungere più funzionalità e complessità ad un prodotto non equivale a una maggiore usabilità. Facciamo un passo indietro: nell’User Experience, che studia gli aspetti dell’interazione dell’utente finale con il prodotto o servizio, l’usabilità è un attributo che indica quanto è facile usare un determinato prodotto, uno dei fondamenti nel design.

In questo senso, lo slogan ‘Less is More’ si potrebbe riassumere con ‘Qualità è meglio della Quantità’. Secondo NNGroup, significa quindi concentrarsi sulle attività chiave dell’utente, eliminando ciò che non contribuisce in modo significativo al raggiungimento di tali obiettivi. Ma anche qui c’è tutto il discorso del quando e come concentrarsi sulle attività dell’utente, e se poi aggiungiamo l’elemento aziendale e i KPI, non basterebbe un solo articolo per parlarne e questo non è un blog tecnico.

In soldoni, citando i Theminimalists, più è meno? Sì, in un certo senso, più o meno. Dipende tutto dall’equilibrio, e il buon design spesso risiede proprio in questo intricato equilibrio tra semplicità e complessità.

Il design dovrebbe essere funzionale, bello e adattato al contesto, e sottolineo contesto che molto spesso si dimentica. In alcuni casi, la riduzione all’essenziale può portare a una soluzione elegante e pratica, mentre in altri, la complessità è necessaria per soddisfare specifiche esigenze.

Ora, la prossima volta che sentirete dire “Less is more”, considerate se questa regola sia davvero adatta al vostro progetto o se, in qualche modo, il contrario potrebbe essere vero. Ricordate che il design è una scienza in continua evoluzione, e spesso rompere le regole può portare a risultati sorprendenti. Non abbiate paura di esplorare, sperimentare e mettere in discussione certe convenzioni, perché solo così si può scoprire dove si nasconde la vera innovazione.

Scritto da Davide E.

Sono un UX designer, creatore digitale e fotoamatore. Mi trovi qui