Come l'Humane AI Pin NON sostituirà lo smartphone

16 dic 2023

Che cosa succede se si toglie lo schermo dello smartphone mantenendone le funzionalità? Ci provano due ex dipendenti della Apple, il designer Imran Chaudhri e la fisica Bethany Bongiorno, marito e moglie, creando un dispositivo interamente alimentato da ChatGPT, grande quanto la custodia delle AirPods, con cui interagisci solamente attraverso la voce e qualche feedback tattile.

Lo schermo non è completamente scomparso: il dispositivo possiede un piccolo proiettore monocromatico che riproduce sul palmo della mano o su qualsiasi altra superficie piatta un’interfaccia minimale con alcune informazioni come l’ora, le notifiche e i controlli multimediali. Inoltre, Humane propone un metodo per letteralmente indossare ChatGPT sui propri vestiti.

Ma questo strumento è davvero importante nel campo del design? Si può considerare veramente un’innovazione? Imran, nel suo TED Talk, sostiene che l’intelligenza artificiale sarà “la forza trainante dietro il prossimo salto evolutivo nel design dei dispositivi”. Parla del futuro della tecnologia nell’invisibile e sottolinea come l’IA superi nettamente uno schermo touch.

Tuttavia, ci sono numerosi tentativi falliti di creare dispositivi indossabili invisibili, come le Lenti a Contatto Smart di Google o quelle di Mojo Vision, e tentativi di farli sembrare invisibili, trasformandoli in occhiali come stanno facendo Facebook e Amazon. Potremmo esplorare scenari sci-fi in cui questi dispositivi diventano completamente invisibili, magari impiantati direttamente nel cervello, un campo di ricerca in cui Elon Musk sta attualmente sperimentando con le interfacce neurali. Tuttavia, oggi ci concentriamo su un prodotto molto più tangibile.

Perché l’AI Pin non funziona

L’AI Pin mi ha lasciato perplesso, e lo vedo come l’ennesima bolla che non scoppierà, tentando di spingerci verso un’evoluzione che non esiste, almeno per il momento, come è successo per il metaverso e gli NFT. Analizziamo quelle che, secondo me, potrebbero essere le debolezze di questo sistema.

Humane sostiene che il futuro non sarà con interfacce visive ma con interfacce vocali, esaltando il concetto di invisibilità. Ma, a mio parere, questo sarà un sistema che non potrà mai funzionare se usato singolarmente.

Usare la voce come unico sistema di interazione con il proprio dispositivo permetterà di fare solo un certo tipo di operazioni.

Le prime domande che mi vengono in mente sulla dubbia praticità di questo sistema sono: come fai a interagire col dispositivo se ti trovi in un luogo dove devi stare in silenzio, o semplicemente hai bisogno di privacy? Per quanto riguarda la ricezione, si potrebbero usare degli auricolari, ma per l’invio come si fa?

La quantità di operazioni che si possono fare è molto ridotta. Immaginate fare una ricerca su internet: l’unica opzione che si ha con questo sistema è ChatGPT. L’usabilità è minima. Come fai a controllare la veridicità del feedback vocale che ti ha suggerito l’AI? Questo problema è grave. Humane ha rimosso il video demo di presentazione del Pin in quanto ChatGPT ha rilevato false informazioni per ben due volte.

Rassicurano che questi problemi verranno risolti man mano che vengono scoperti. Ma come fai a risolverli se non sei tu il proprietario del software AI? Al momento, ChatGPT è abbastanza fallace, in quanto le informazioni che fornisce possono essere sbagliate e vanno sempre controllate. Quindi, come fai a controllare, a fare una semplicissima ricerca su internet, usando solo I/O vocale?

I problemi sono vastissimi: immaginate videogiocare, modificare una foto, videochiamare o consultare qualsiasi tipo di documento o mappa usando solo la voce. Vedere film? Non puoi. Allora qui si capisce, fin troppo bene, che sostituirsi allo smartphone è l’obiettivo sbagliato. Humane vuole insegnarci a diventare di nuovo ‘umani’, a staccarci da questi schermi, tuttavia io lo vedrei come un assistente aggiuntivo tipo smartwatch. Inoltre, non ha nessuna funzionalità di assistenza sanitaria: non può leggerti pressione, sonno, zuccheri, battito.

Ci sarebbe poi il problema della vestibilità: ogni volta si deve staccare e riattaccare il magnete sul proprio capo di abbigliamento, e se è doppio quanto un giubbotto piumato? Molto meglio uno smartwatch da tenere sempre al polso.

Un trend effimero

Almeno per il momento, lo sviluppo di qualcosa che riesca a sostituire lo smartphone la vedo un’operazione pressocché impossibile, senza un qualche tipo di interfaccia visiva. Non mi riferisco a un semplice proiettore monocromatico con interfacce tipo smartwatch del 2009. Per non parlare della scarsa visibilità sul palmo della mano o alla luce del sole.

Con la luce del sole l’interfaccia sbiadisce.

Con la luce del sole l’interfaccia sbiadisce. Insomma, il futuro è ampio, e probabilmente gli schermi fisici verranno sostituiti da quelli virtuali o da ologrammi policromatici. A mio avviso, il bisogno di interfacce visive non finirà mai, o quasi. Sicuramente insieme a sistemi di motion capture e pseudo-aptici, insomma l’invisibile sì, ma fino a un certo punto.

Quindi per me l’AI Pin è un’innovazione? Direi proprio di no: la tecnologia già esisteva e non ne vedo la praticità. L’hype è solamente momentaneo e lo vedo come l’ennesimo esperimento fallimentare che tenta di abbattere lo smartphone.

Scritto da Davide E.

Sono un UX designer, creatore digitale e fotoamatore. Mi trovi qui